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Sul piano fisiologico le caratteristiche del motore biologico sono ben definite e sostanzialmente immodificabili.

Il motore biologico, rispetto a quello meccanico, ha una mirabile prerogativa, può infatti funzionare variando il combustibile (o, con terminologia biologica, il substrato) che è rappresentato da grassi, zuccheri, proteine e alcool.

Se trascuriamo l’alcool, alimento non presente in natura, e ci limitiamo a considerare grassi, zuccheri e proteine, scopriamo che la scelta del combustibile è effettuata autonomamente dalle cellule muscolari in base a:

  • tipo di lavoro
  • disponibilità del substrato (grassi, zuccheri, proteine)

Pertanto, volendo affrontare il problema dell’alimentazione nello sport, bisogna tenere conto delle scelte metaboliche effettuate autonomamente dall’organismo.

La fisiologia ha chiarito con precisione quali sono i consumi energetici relativi alle varie attività sportive (e in quale misura i vari substrati intervengono a fornire il contributo calorico. Lo stesso ragionamento vale anche per un altro aspetto che tipicamente caratterizza le attività sportive e cioè l’equilibrio idrico e salino. E’ ben noto che le attività sportive, in particolare in determinate condizioni ambientali, comportano sudorazione, il quesito è dunque quanto bere e cosa? Alcuni casi possono essere difficili da trattare in quanto escono dall’ambito della normalità gestibile in base all’esperienza e al buon senso. Tuttavia può essere che, in seguito alla progressiva riduzione dell’attività fisica nella vita di tutti i giorni, si sia parallelamente perduta o notevolmente affievolita l’esperienza che suggerisce l’alimentazione adatta in relazione al carico di lavoro.